Il blu egizio è il primo pigmento di colore prodotto sinteticamente, creato intorno al 2200 a.C. dagli Antichi Egizi. Si otteneva mescolando il calcare con sabbia e un minerale contenente rame come l’azzurrite o la malachite, fuso per ottenere un vetro blu opaco, frammentato e combinato con agenti addensati come l’albume. Veniva utilizzato per decorare ceramiche, statue, tombe e pitture.

“Madonna col bambino”, Perugino XV secolo. (Foto: wikimedia)
Nel VI secolo in Afghanistan ci sono le prime tracce di quello che è stato a lungo considerato come il “vero blu”. Creato con il lapislazzulo e per questo estremamente costoso, assunse il nome di blu oltremare quando iniziò ad essere importato in Europa nel XIV e XV secolo dai mercanti italiani. Era considerato prezioso quanto l’oro e utilizzato spesso solo nelle opere commissionate dai grandi signori e spesso riservato alle vesti della Vergine Maria. Rimase molto costoso fino al 1826 quando un chimico francese riuscì a produrlo sinteticamente.

“The Skiff”, Renoir 1875. (Foto: wikimedia)
Tra il VIII e al IX secolo nacque il blu cobalto, particolarmente usato in Cina per la decorazione delle porcellane. Una versione sintetica fu scoperta dal chimico francese Louis Jacques Thénard nel 1802. Era un’alternativa più economica al blu oltremare e fu quindi utilizzato da molti pittori come Turner, Renoir e Van Gogh.
Nell’800 è stato poi perfezionato un nuovo blu molto popolare il ceruleo, che nel 1999 Pantone definì poi come “Colore del millennio”.

“Poveri in riva al mare”, Picasso 1903. (Foto: wikimedia)
Il blu di Prussia è un altro colore importante nella storia dell’arte, perché utilizzato da Picasso nel suo periodo blu e da Hokusai nella “Grande Onda di Kanagawa”. Fu scoperto nel 1706 a Berlino dal fabbricante di pigmenti Diesbach per caso, mentre cercava di replicare il colore carminio. Curiosamente questo blu è anche alla base del cianuro e di uno dei primi metodi di stampa fotografica.

Yves Klein. (Foto: The Guardian)
Ma la storia del blu non si ferma qui. Negli anni Cinquanta il pittore francese Yves Klein sviluppò una versione opaca del blu oltremare, registrato negli anni Sessanta come International Klein Blue. L’artista lo utilizzò in più di 200 opere monocromatiche perché lo riteneva “oltre le dimensioni”.
Nel 2009 è stato scoperto un nuovo blu per caso, chiamato YInMn per le componenti chimiche necessarie per ottenerlo. Ma ci sarebbero ancora molte tappe da raccontare come il blu Han utilizzato in Cina, il Blu Maya, l’Indaco per i tessuti, il blu Navy della marina britannica e così via.
È un colore che ha sempre ricoperto un ruolo importante nelle nostre vite. Osservate quante app blu o con sfumature di blu avete installato sul telefono. Basti pensare a Facebook, LinkedIn, Tumblr, Microsoft, Wordpress, Twitter, Skype e l’elenco potrebbe andare avanti. È il colore più utilizzato per pulsanti e link, perché viene percepito come rassicurante. Secondo alcuni sondaggi è il colore maggiormente preferito a livello globale da uomini e donne indipendentemente dalla provenienza. Per qualche motivo ci ispira fiducia, lo troviamo un colore affidabile.